L’alimentazione naturale
L’alimentazione naturale comprende le tradizioni alimentari dei popoli prima dell’avvento dell’era industriale e della globalizzazione .
Alimentarsi in modo naturale significa rintrodurre nelle abitudini quotidiane i piatti della tradizione , per attuare questo proposito occorre rivisitare tali ricette valutando gli aspetti positivi ed eliminando gli eccessi calorici quando presenti.
In alcuni casi infatti alcuni piatti antichi risultano ipercalorici, valutando le mutate abitudini nell’attività muscolare dovute molto spesso alla meccanizzazione del lavoro occorre diminuire l’apporto calorico .
Ogni tradizione ha sviluppato delle abitudini che si conformano naturalmente al clima , alla zona geografica nella quale la tradizione stessa si è sviluppata.
Esistono dei principi di base sui quali si è basata la sopravvivenza di intere civiltà, l’alimentazione ha sempre rappresentato un aspetto importante della vita stessa.
La prima differenza di base tra l’alimentazione moderna e la tradizionale sta nell’uso di prodotti stagionali , sino a meno di un secolo fa l’alimentazione si basava suil consumodi prodotti coltivati sulla propria terra ,questa abitudine forniva già una base utile per la sopravvivenza.
Pensiamo ad esempio all’uso del cavolo che accompagnava le tavole invernali dei nostri antenati , il cavolo nella sua semplicità conteneva e contienemolti componenti utili per rinforzare il sistema respiratorio e per favorire la depurazione .
L’uso di Oli polinsaturi quali l’olio spremuto a freddo di Lino di Noci di Ravizzone , quali insaturi , bilanciavano l’uso di grassi saturi quali lardo e grassi animali ,i nostri antenati quindi non assumevano le perle di omega 3 ed omega 6 ma utilzzavano gli oli che vi ho descritto sopra.
Il pericolo di consumare troppi prodotti animali non esisteva inquanto il costo delle carni e dei formaggi era eccessivo per molti specie per un uso quotidiano.
La dieta del contadino campano degli anni 50 è servita da spunto per formulare l’idea della dieta mediterranea ,i componenti principali erano rappresentati dall’olio extravergine di Oliva ,dai legumi ,dai cereali ,dalla frutta, dalla verdura e dal pesce ; poca carne , pochi grassi animali.
Questa dieta scoperta come modello da seguire , ha rappresentato negli stati uniti una base di ricerca per una alimentazione salutare; vediamo come siamo lontani oggi da questi modelli , come tutto oggi passa dalla pubblicità dal cibo spazzatura dalle crocchette di crusca rivestite di zucchero , dagli oli industriali idrogenati.
Alimentazione del neonato
L’alimentazione del bambino inizia nel ventre materno, quindi e’ essenziale una corretta alimentazione della gestante secondo i principi della dieta Eubiotica, e’ importante che il bambino venga allattato al seno materno, e’ ovvio che la persona poco rispettosa del proprio corpo dedita all’uso di caffe’, tabacco e cibi sofisticati , difficilmente potrà seguire un parto naturale ed allattare il suo bambino.
E’ quindi una scelta di coscienza perche l’impostazione che viene fornita nei primi anni di vita, determinera’ in larga parte la capacita’ di vivere del futuro adulto.
Intolleranze alimentari
La terapia si basa principalmente sull’eliminazione dell’alimento responsabile una volta che sia individuato. Il trattamento dietetico deve essere condotto in maniera rigorosa, escludendo completamente l’alimento e quelli che crociano con esso. La terapia desensibilizzante per gli alimenti, a differenza che per gli inalanti, non ha al momento provata efficacia. La terapia farmacologica prevede la somministrazione di farmaci ad azione preventiva (sodio cromoglicato) o sintomatica (antistaminici).
Quali sono le sostanze incriminate
Qualsiasi alimento può produrre reazioni allergiche, contenendo proteine dotate di attività allergenica. Quelli più attivi sono gli allergeni stabili (che resistono meglio alla cottura come la b- lattoglobulina del latte, l’ovoalbumina dell’albume, gli allergeni del merluzzo e delle arachidi). Invece gli allergeni vegetali sono labili al colore e ad altri procedimenti, per cui possono produrre reazioni allergiche, soprattutto in pollinosici se assunti crudi ma essere tollerati se assunti cotti. Il 90% delle reazioni allergiche su base alimentare sono causate da 8 alimenti.
1) Latte: l’allergia alle proteine del latte vaccino costituisce certamente la più frequente di tutte le allergie alimentare, colpisce il 3-5% di tutti i bambini di età inferiore ai 2 anni. In seguito le manifestazioni tendono a scomparire, rare nell’ adulto.
2) Soia: la frazione allergenica della soia è quella proteica, e in effetti molti soggetti allergici alla soia possono tollerare gli oli di soia raffinati. L’allergia alla soia è comune ai bambini con l’allergia alle proteine del latte vaccino, il 15% di questi bambini infatti è allergico anche alla soia. Per questo motivo l’opportunità di sostituire il latte vaccino con il latte di soia è messa in dubbio.
3) Uova: l’uovo contiene un’ampia gamma di proteine presenti nell’albume (ovomicoide, ovoalbumina, ovotransferrina). La cottura riduce l’allergenicità del 70%, per tutte le componenti ad eccezione dell’ovomucoide che è termostabile. Nella carne di pollo vi è presenza di ovoalbumina e ovotransferrina e si ritiene che gli individui allergici all’uovo possano tollerare il pollo cotto essendo le 2 proteine termolabili. Le allergie alle uova sono molto comuni in età inferiore all’anno ma tendono a declinare con l’accrescimento.
4) Arachidi e noci: l’allergia alle arachidi fino a pochi anni fa era un problema negli USA, ora si sta diffondendo anche da noi e sta diventando una delle principali allergie del bambino, per la sempre più frequente introduzione nell’alimentazione pediatrica di arachidi e derivati. Quella alle noci si sviluppa frequentemente in bambini che, da piccoli, hanno presentato una sensibilizzazione alle arachidi.
5) Pesce: è particolarmente frequente l’allergia al merluzzo, nei paesi scandinavi e nord- europei, dove è maggiore il consumo. L’allergia può manifestarsi nei confronti di qualsiasi specie ittica o solo per particolari specie. Le manifestazioni cliniche riguardano soprattutto l’apparato respiratorio.
7) Grano: la farina di frumento solo eccezionalmente provoca manifestazioni di allergia alimentare.
8) Frutta quali banana, avocado, castagna, melone, kiwi possono dare reazioni allergiche in soggetti sensibilizzati al lattice.
Qualche volta gli allergeni si nascondono in altri cibi. Ad esempio le proteine del latte vaccino si possono trovare nei sostitutivi del burro, salsicce, pesce in scatola, ripieni di carne, hot dog; il glutine
nelle salsicce. I semi di soia sono presenti negli hamburger. L’albume può trovarsi nei condimenti per insalata, zuppe commerciali, carni in scatola, salsicce e ripieni di carne. Le arachidi nei liquori e prodotti a base di cioccolato. Il miele nei cosmetici. In Italia si registrano numerose segnalazioni d’intolleranza all’olio di oliva, con manifestazioni di congiuntivite allergica. Questa forma di allergia inizia come sensibilizzazione per via respiratoria al polline dell’olivo e poi diviene alimentare per reazione crociata con gli antigeni degli oli vegetali, che contengono gli antigeni del frutto d’origine.
Intolleranze alimentari e allergie
Intolleranza alimentare e allergie
L’allergia alimentare rappresenta l’effetto che hanno sul nostro organismo le sostanze contenute nei cibi che fanno parte della nostra dieta abituale, compresi quegli alimenti che assumiamo occasionalmente.
Parlare di allergia significa parlare di una sintomatologia scatenata entro pochi minuti dall’assunzione di un determinato alimento o gruppo di alimenti (da 2-3 minuti a 30-120 minuti), la quale mette in azione il nostro sistema immunitario.
L’allergia alimentare è mediata immunologicamente e i sintomi sono scatenati dall’assunzione anche di piccole quantità dell’alimento responsabile.
L’Intolleranza alimentare invece agisce in relazione alla quantità di alimenti non tollerati ingeriti e con un fenomeno di accumulo di cosiddette “tossine” nell’organismo, tale fenomeno determina l’insorgere di sintomi spesso sovrapponibili a quelli delle allergie, ma che se ne differenziano in quanto non interessano il sistema immunitario.
Per migliorare il gusto, l’aspetto e la conservazione dei cibi, questi vengono addizzionati con sostanze particolari (conservanti, coloranti, antiossidanti, sapidificanti). Le sostanze aggiunte (additivi), come pure gli alimenti stessi possono essere causa di manifestazioni a carico sia degli organi interni, per esempio a livello dell’intestino ed anche all’esterno a carico della pelle.
Gli eventi organici che accadono a seguito all’ingestione di cibi vengono generalmente definiti con il termine di “reazioni avverse agli alimenti” e comprendono tutti quegli effetti indesiderati che vengono determinati dall’assunzione di cibi, con additivi e/o contaminanti
L’intolleranza alimentare è sempre legata alla quantità di alimento assunto, quindi dose-dipendente ed è determinata da particolari molecole che sono farmacologicamente attive e che sono presenti negli alimenti, oppure per disfunzioni dell’apparato digerente (per cui risulta utile trattare questi disturbi con l’Agopuntura) ad un disturbo della digestione o delle catene enzimatiche devolute all’assorbimento attivo dei principali costituenti alimentari
Negli ultimi decenni (circa dal 1940) queste reazioni sono divenute via via più frequenti, anche perché molte sono state le variazioni che si sono verificate nell’ambito delle abitudini alimentari, con particolare riguardo nel nostro mondo occidentale.
Uno dei cambiamenti che assumono maggiore importanza è rappresentato dalla minore incidenza della frequenza dell’allattamento al seno materno: infatti sostituire il latte materno con altro latte di origine animale o vegetale, proprio perché nei primi mesi di vita l’apparato gastroenterico del neonato non ha ancora raggiunto la sua piena maturità funzionale, può creare le premesse per una sensibilizzazione nei confronti di antigeni alimentari.
Inoltre l’uso indiscriminato di insetticidi, diserbanti e fitofarmaci impiegati nella coltivazione di prodotti alimentari, spesso provoca reazioni organiche spiacevoli .
Un uso eccessivo di additivi alimentari o mangiare quantità esagerate di cibi esotici, contro i quali il nostro organismo non ha potuto sviluppare eventuali meccanismi di difesa, può certamente peggiorare ulteriormente la situazione.
Oggi possono essere fatte analisi chimiche piuttosto sofisticate degli alimenti che, insieme ad una maggiore conoscenza dell’apparato gastrointestinale e a metodiche diagnostiche specifiche nella pratica clinica, permettono di fare una maggiore chiarezza sui meccanismi che sono alla base delle reazioni avverse ai cibi
Aromi e condizionamento
Il naso è parte integrante del sistema limbico. I neuroni interessati terminano nel sistema limbico, la parte più antica del nostro cervello, ove risiedono le emozioni e si generano le sensazioni di simpatia, amore, sessualità, si stratificano la creatività, l’umore e i ricordi.Spesso un evento negativo,un trauma, e’ legato ad un particolare odore o sapore.
Ogni volta che risentiremo quell’odore l’evento e gli stati emotivi di quel momento verranno riportati nel presente.
A livello terapeutico e’ possibile agire, attraverso l’uso della aromaterapia,sulla esperienza negativa per trasformarla e gestirla.
L’uomo, nel corso dell’evoluzione, ha perso l’abitudine ad esercitare il senso dell’olfatto dato che dei circa 400mila odori esistenti siamo in grado di riconoscerne non più di 10mila.
Nel buon funzionamento del nostro senso dell’odorato la dopamina sembra.secondo studi,avere un ruolo importante.Per esempio: le persone affette da Parkinson hanno un livello basso di dopamina percio’ hanno problemi a riconoscere alcuni odori.molte medicine influiscono sulla capacita’ di riconoscere alcuni odori poiche’ bloccano il sistema di trasmissione.
Ognuno di noi ha una memoria olfattiva poiche’ è stato condizionato già dall’infanzia con determinati aromi.I primi odori memorizzati sono i piu’ potenti nel suscitare in noi stati d’animo positivi o negativi.
Tutto dipende da quanto importante e’ stata quella esperienza e come l’abbiamo memorizzata.
Più antiche sono le memorie olfattive, più profonde sono le emozioni che risvegliano. Ognuno di noi ha un suo codice emotivo degli odori.
L’effetto psicologico degli odori dipende soprattutto dal loro effetto sul sistema nervoso e dalla memoria a cui sono associati. Gli odori che ricordano la casa e la famiglia sono rassicuranti.